I cittadini europei hanno ottenuto un importantissimo risultato, convincendo le istituzioni europee a discutere l’introduzione di una nuova legge europea per eliminare e vietare definitivamente l’uso delle gabbie per alcuni animali di allevamento. Più di 1,3 milioni di europei, infatti, ha firmato una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE o ECI) lanciata a fine 2018 dal titolo “End the Cage Age”. L’ICE è uno degli strumenti innovativi chiave per promuovere la democrazia partecipativa a livello dell’Ue e per ottenere una risposta da parte delle istituzioni, deve ricevere il supporto di almeno 1 milione di cittadini europei (con un numero minimo di firme per Paese).

A seguito di questo processo di partecipazione civica, la Commissione europea ha annunciato l’intenzione di presentare una proposta legislativa entro la fine del 2023 per eliminare e vietare definitivamente l’uso di gabbie per galline, suini madri, vitelli, conigli, anatre, oche e altri animali da allevamento, con l’ambizione di eliminare gradualmente tutti gabbie per animali da allevamento entro il 2027.La proposta farà parte della revisione in corso della legislazione sul benessere degli animali nell’ambito della strategia Farm to Fork.

Questa iniziativa dei cittadini riflette la richiesta di una transizione verso sistemi di allevamento più etici e sostenibili, compresa una revisione delle norme UE esistenti sul benessere degli animali.

La risposta della Commissione all’ICE

Mentre tutti gli animali da allevamento beneficiano dell’attuale legislazione sulla protezione degli animali, solo le galline ovaiole, i polli da carne, le scrofe e i vitelli sono coperti dalle norme sulla messa in gabbia. Non esiste, invece, una legislazione UE specifica sul benessere degli animali per gli altri animali cui si fa riferimento nell’ICE.

Nella sua risposta all’ICE, la Commissione si impegna a presentare, entro la fine del 2023, una proposta legislativa per eliminare gradualmente e infine vietare l’uso di sistemi di gabbie per tutti gli animali menzionati nell’iniziativa.

In particolare, la proposta della Commissione riguarderà:

  • Animali già coperti dalla normativa: galline ovaiole, scrofe e vitelli;
  • Altri animali citati nell’ICE: conigli, pollastre, ovaiole, polli da carne, quaglie, anatre e oche. Per questi animali, la Commissione ha già chiesto all’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) di integrare le prove scientifiche esistenti per determinare le condizioni necessarie per il divieto delle gabbie.

Nell’ambito della sua strategia Farm to Fork, inoltre, la Commissione si è già impegnata a proporre una revisione della legislazione sul benessere degli animali, anche su trasporto e allevamento, attualmente in fase di verifica dell’adeguatezza, da completare entro l’estate del 2022.

Il ruolo della PAC

La Commissione garantirà inoltre che siano messe a disposizione risorse finanziarie aggiuntive per sostenere gli agricoltori nella transizione verso sistemi senza gabbie. Su questo punto, la Commissione ha ribadito il ruolo centrale della Politica Agricola Comune. Per quanto riguarda il sostegno finanziario, infatti, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) continuerà a essere mobilitato, con il cofinanziamento degli Stati membri, per sostenere in particolare:

Pagamenti per il benessere degli animali (impegni di gestione) che compensano gli agricoltori per il miglioramento degli standard di benessere degli animali oltre i requisiti obbligatori. Il budget totale 2014-2022 previsto per queste misure, dal FEASR e dal cofinanziamento nazionale/regionale, è di 3,1 miliardi di euro, che rappresentano oltre l’1,9% della spesa pubblica totale per lo sviluppo rurale.

  • Miglioramento di alloggi rispettosi del benessere degli animali (investimenti);
  • Formazione e consulenza;
  • Conversione ai metodi di agricoltura biologica.

Il Parlamento Europeo, inoltre, ha recentemente approvato una risoluzione specifica a larga maggioranza, per esortare la Commissione a presentare una proposta legislativa sull’eliminazione graduale dell’allevamento in gabbia, chiedendo che si basi su una valutazione d’impatto scientificamente fondata e che sia garantito un periodo di transizione adeguato. Le alternative all’allevamento in gabbia sono già utilizzate con ottimi risultati in diversi Stati membri e si dovrebbero sviluppare, migliorare e incentivare sistemi alternativi. Ma per garantire condizioni di parità per gli allevatori in tutta l’Unione europea, i deputati hanno concordato che è necessaria una legislazione comunitaria.

I numeri dell’iniziativa dei cittadini europei

L’innovativa iniziativa dei cittadini europei (ECI) End the Cage Age (ECI) è stata lanciata l’11 settembre 2018 e si è conclusa esattamente un anno dopo, dopo aver raccolto oltre 1,6 milioni di firme che chiedono il divieto di crudeli allevamenti in gabbia nell’UE.Dopo il periodo di convalida della firma richiesto, l’ICE ha superato la soglia richiesta di 1 milione di firme, con un totale di 1.397.113 firme convalidate in tutta Europa presentate il 2 ottobre 2020. Ha inoltre superato la soglia del numero minimo di firme in 18 Stati membri dell’UE, dei sette richiesti.


Il supporto più forte all'iniziativa dei cittadini europei è stato registrato in Germania con oltre 474 mila firme (pari al 34% del totale) e Paesi Bassi (circa 154 mila firme, cioè l'11% del totale). A seguire, l'Italia ha collezionato 90mila firme per fermare l'allevamento in gabbia degli animali, così come Francia (89600) e Spagna (86000 circa).L'iniziativa è stata lanciata da attivisti dell'organizzazione Compassion in World Farming, organizzazione che supportato la campagna con oltre 390 mila euro.

Riferimenti

https://europa.eu/citizens-initiative/initiatives/details/2018/000004_en

https://www.endthecageage.eu/